XVI - Collana Perle Senza Tempo (8)

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    Angelo Rambaldi,

    2017 – F.to 7,4×14, pp. 86

    Originario dell’Etiopia, dove è chiamato buna, il caffè si diffuse nello Yemen forse già dal IX secolo. “Caffè” deriva dal nome dalla regione etiope di Kaffa, dove la pianta cresceva spontaneamente, oppure dall’arabo qahwa, denominazione data alle bevande stimolanti e, in seguito, al caffè considerato da secoli una sorta di “vino dell’Islam”. Il nome turco kahvé, derivato dall’arabo, si applica solo al caffè. “Moka”, invece, termine che ormai fa parte del nostro quotidiano, deriva dalla città yemenita di Moka / Mokha. […]

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    Fra Donato D’Eremita

    2016 -. F.to 19,5×28, pp 152

    Della vita del converso domenicano fra Donato d’Eremita molto rimane ancora da ricostruire. Nacque a Rocca d’Evandro in Campania sul finire del Cinquecento, e venne ritenuto dai suoi contemporanei tra i più dotti fitognosti, e cioè tra i più grandi conoscitori della botanica descrittiva e tassonomica dei primi decenni del Seicento. A Firenze risulta speziale al servizio di Cosimo II, prima della sua ascesa a Granduca di Toscana nel 1609, e ad attività già avviata della farmacia del convento domenicano di Santa Maria Novella, che nel 1549 contava tra i Padri uno speziale secolare e nel 1609 il primo frate aromatario. Fra Donato d’Eremita ebbe così modo di formarsi presso la corte medicea, che sotto Cosimo I e il figlio Francesco I, fu un importante centro di studio dell’alchimia e interessata alla fondazione di numerosi giardini dei semplici. Dopo il suo rientro a Napoli, nel 1611 risulta speziale della farmacia del convento domenicano di Santa Caterina a Formiello, dove mise a frutto le conoscenze alchemiche producendo medicine spagiriche a base di minerali e metalli. […]

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    Ignoto

    2015 – F.to 15×21, pp. 320

    In questo erbario del 1522 siamo difronte ad una delle prime sistematizzazioni delle piante medicinali che vengono presentate con una parte grafica ed una che illustra le proprietà e i campi di applicazione, mettendo in risalto anche gli effetti secondari. La loro classificazione viene fatta secondo un criterio energetico, ovviamente,  e non chimico data l’epoca e ciò permette una visione più completa della pianta stessa e delle sue molteplici attività. Un testo potremmo dire “moderno” nonostante i suoi cinquecento anni, in quanto olistico nel vero senso della parola.

    Erbario Volgare di: Ignoto 28,00
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    Redi Francesco,

    2016 – F.to 16,5×23,5, pp. 220

    Direttamente dalla storica biblioteca del monastero di Camaldoli, una riproduzione anastatica dell’opera di Francesco Redi il cui originale risale al 1674 con la quale illustra le sue “esperienze” intorno alla generazione degli insetti in una lettera da lui scritta all’illustrissimo signor Carlo Dati.

     

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    G. Manfredi

    2014 – F.to 17×24, pp. 136

    Manfredi, Girolamo , Iesus. Maria. Opera noua intitulata il perche utilissima ad intendere la cagione de molte cose: & maximamente alla conservatione della sanita: et phisionomia. Et virtu delle herbe, in Ancona per il maestro Bernardino Oliva, 1512 a di 15. de Marzo

    Il Liber de homine o Il Perché di Girolamo Manfredi fu stampato una prima volta a Bologna il 1luglio1474 “per Ugonem Rugerium ed Dominicum Berthocum”. Incontrò un così largo consenso tra i lettori che fu ristampato numerose fino al secolo XIX, questo grazie al taglio divulgativo e antiaccademico che l’autore volle dare all’opera, una caratteristica che rende particolare la presenza di questo trattato, in due esemplari del 1512 stampato in Ancona per Bernardino Oliva, e del 1600 in Venezia per Lucio Spineda, nella Biblioteca della Spezieria di Camaldoli. Il Perché, infatti, non si presenta come un saggio specialistico rivolto agli studenti, e neppure come opera destinata unicamente a un pubblico colto, ma vuole essere enciclopedia a carattere popolare per un duplice ordine di motivi: da un lato l’organizzazione dei quesiti che è propria della didattica scolastica ma anche di quella divulgativa, e […]

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    D. Castor

    2014 – F.to 10,5×15, pp. 354

    Direttamente dalla storica biblioteca del monastero di Camaldoli, una riproduzione anastatica dell’opera risalente ai primi del 1600.

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    Petri Antonii Michelii,
    2019 – F.to 22,5×31,5, pp. 476