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Chuang-Tzu – I parte: Nei Pien, “Interiorità”

di: Chuang-Tzu, Polia Mario,

Chuang-Tzu, Mario Polia

2016 – F.to 16×23, pp. 194

Presentiamo la traduzione in lingua spagnola del principe dei letterati dell’Estremo Oriente, Chuang-tzu. Nonostante la grande difficoltà della sua lettura, Chuang-tzu è l’autore più stimato e quello che più piace agli scrittori cinesi. Di lui dice il Dottor Wu Ching-hsiung:
Nell’antica Cina fu scrittore incomparabile e fonte d’ispirazione per gli scrittori posteriori, che fossero o meno d’accordo con le sue idee. Alcuni dei grandi poeti cinesi, come Tan Yüan-ming e Li Po, hanno derivato la loro ispirazione dagli scritti di Chuang-tzu. La sua influenza non è limitata al campo della letteratura ma penetra la cultura cinese nel suo insieme. Dei principali pensatori buddisti o neo-confuciani non ve n’è uno solo che abbia fatto a meno di arricchire il proprio pensiero con gli insegnamenti di Chuang-tzu1.
L’autore giapponese Dottor Suzuki, specialista nel buddismo, dice di lui: «È il più grande filosofo, poeta e letterato saggista di tutta la storia della scuola taoista; ancor più, forse in tutti i campi della letteratura cinese2.
Per il filosofo e lo storico delle religioni la sua opera ha un interesse speciale. È l’opera più vasta del taoismo sapienziale  lo chiameremo in questo modo per distinguerlo dal taoismo superstizioso d’epoca più tarda  ed è anche il miglior commento al Tao-Te Ching di Lao-tse.
La sua lettura richiede una previa iniziazione al repertorio d’idee e alla terminologia di Chuang-tzu dato che le espressioni racchiudono un significato non è comune ad altre scuole di pensiero e possono disorientare il lettore.
Le nostre comparazioni tra la filosofia taoista e la filosofia neoplatonica possono prevenire sfavorevolmente alcuni lettori. Li preghiamo, in tal caso, di prescindere da esse e di attenersi in modo esclusivo all’analisi del testo taoista. In realtà, ho effettuato lo studio comparativo solo una volta terminata l’analisi. La ragione da me addotta per non sopprimerlo, oltre alla certezza di non aver fatto alcuna violenza ai testi studiati, è la personale convinzione che, nella soluzione di alcuni problemi, la logica conduce per i medesimi cammini le menti libere da interferenze ideologiche, purché si parta dagli stessi principi. Ammesso questo fatto, la comparazione può illuminare e rendere più comprensibili gli argomenti trattati. Se, nello stabilire le comparazioni, la nostra critica non fosse stata all’altezza del compito, se ci fossimo fatti entusiasmare dalle analogie, la critica di altri studiosi apporterà le necessarie correzioni. Avrei potuto, per esempio, scegliere come punto di comparazione le filosofie dell’India, il filosofo buddista del Grande Veicolo N~g~rjuna, ma in tal modo, però, avrei dato adito a credere che volessi prendere posizione nella difficile questione dell’origine di queste scuole. Il neoplatonismo, invece, non presenta questo inconveniente.

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